Quando navighiamo su internet, diamo spesso per scontato che tutto ciò che pubblichiamo resterà online per sempre.
Un articolo, una foto, un video: una volta caricati, sembrano destinati a vivere per sempre nell’archivio digitale, accessibili ovunque e in qualunque momento.
Ma questa convinzione è un’illusione. Il web non è eterno, e gran parte dei contenuti che condividiamo può svanire nel nulla.
Se da un lato ci preoccupiamo dell’impronta digitale che lasciamo, forse dovremmo iniziare a chiederci: che cosa sopravvivrà davvero del nostro presente digitale tra 100 anni?
Il grande paradosso del web: dove finisce davvero tutto ciò che pubblichiamo?
Siamo circondati da schermi, immersi in un flusso costante di dati, eppure c’è un paradosso stridente nell’era digitale che pochi considerano: il web è incredibilmente fragile.
A differenza dei libri, delle pellicole in archivio o delle fotografie stampate, i contenuti digitali sono esposti a rischi continui.
Siti web che svaniscono nel nulla o vengono oscurati, link che si rompono lasciando davanti un “404 Not Found”, server che vengono dismessi portando con sé interi database e formati file che diventano obsoleti.
Mentre la quantità di informazioni che produciamo e consumiamo aumenta esponenzialmente, non abbiamo ancora una strategia globale ed efficace per preservarle.
Perché le cose sul web spariscono? Ecco 4 possibili motivi
Esistono innumerevoli ragioni per cui contenuti apparentemente "indistruttibili" possono svanire nel nulla:
- Tecnologia che cambia: i file e i programmi diventano vecchi velocemente, e tra 100 anni potremmo non riuscire più ad aprirli;
- Mancanza di manutenzione: un sito web ha un costo. Se un dominio non viene rinnovato o un hosting non viene pagato, i contenuti scompaiono;
- Decisioni aziendali: piattaforme social che chiudono, modifiche alle politiche di conservazione dati o semplicemente la decisione di rimuovere contenuti non più rilevanti per i proprietari dei siti;
- Link rotti: i siti web vengono ristrutturati, le pagine spostate o eliminate, e i link che puntano a quei contenuti diventano inefficaci, portando a pagine “404 Not Found”.
Queste dinamiche creano un fenomeno chiamato "digital dark age", un’era in cui l’archivio digitale della nostra cultura e dell’informazione potrebbe diventare irrecuperabile, lasciando un vuoto storico e culturale per le generazioni future.
I guardiani della memoria digitale: chi sta salvando il nostro passato online
Chi conserva oggi il nostro archivio digitale? Fortunatamente alcuni progetti stanno cercando di rispondere a questa sfida: il più famoso è Internet Archive.
Internet Archive è un’organizzazione non-profit che conserva miliardi di pagine web, video, audio e libri digitalizzati. Il suo servizio più noto, la Wayback Machine, permette di esplorare le pagine web degli anni ‘90 fino a quelle odierne.
Esistono anche archivi istituzionali, universitari o statali che conservano contenuti culturali e scientifici, ma sono iniziative frammentarie, spesso limitate da problemi di copyright, costi di storage e criteri di selezione.
Nel frattempo, i colossi tecnologici come Google, Meta e Amazon, conservano e gestiscono una buona parte della nostra memoria digitale seppur con logiche commerciali, non storiche.
L’importanza di proteggere e conservare
Preservare la memoria digitale è cruciale per la ricerca storica, per l’accesso alla conoscenza e per comprendere l’evoluzione delle nostre società.
Il web è il più grande archivio digitale mai creato dall’umanità, il riflesso delle nostre vite, idee, delle interazioni, delle notizie e delle testimonianze sociali.
In futuro, gli storici, i ricercatori e anche i cittadini comuni avranno bisogno di accedere ai dati del passato.
Se tutto questo dovesse essere perduto:
- Molte testimonianze del nostro tempo, che si trovano online, sparirebbero nel giro di pochi anni;
- Chi controlla le versioni ‘salvate’ della realtà potrebbe riscrivere la storia, manipolando ciò che verrà ricordato.
Preservare oggi la memoria digitale significa proteggere domani la verità, la conoscenza e la nostra identità collettiva.
Come salvare la nostra memoria online: 5 azioni concrete
Ma cosa possiamo fare noi, come singoli utenti o come aziende, per contribuire a questo sforzo di conservazione? Possiamo:
- Scegliere formati di file standard e aperti che hanno maggiori probabilità di essere leggibili in futuro;
- Fare backup regolari sia su cloud che su supporti fisici, preferibilmente in più copie e in luoghi diversi;
- Sostenere progetti di archiviazione, come Internet Archive, per contribuire alla loro missione vitale;
- Educare e sensibilizzare per diffondere consapevolezza su questa tematica cruciale;
- Avere maggiore consapevolezza quando pubblichiamo qualcosa online e archiviare offline i contenuti davvero importanti.
Non possiamo lasciare che il web si trasformi in un buco nero che inghiotte la nostra memoria: siamo noi i custodi del nostro tempo digitale.
Tracce digitali: affinché nulla vada perduto
Preservare l’archivio digitale è una responsabilità collettiva che riguarda tutti: il nostro presente digitale rischia di evaporare senza una strategia chiara e un impegno condiviso.
Proteggere questo patrimonio significa garantire che le generazioni future possano comprendere chi eravamo, cosa pensavamo e come vivevamo.
Vuoi saperne di più? Dai un’occhiata alla nostra rivista per approfondire questi temi, rimanere sempre aggiornato e scoprire tante altre novità interessanti.