Linguaggio inclusivo: la chiave per la divulgazione tecnologica

linguaggio inclusivo
Vito Domenico Amodio

Vito Domenico Amodio

Startup e Impresa
3 min. di lettura

Nel mondo della tecnologia, siamo spesso concentrati sul “cosa” comunichiamo: nuove funzionalità, protocolli innovativi, aggiornamenti di sistema. Ma raramente ci fermiamo a riflettere sul “come”

Eppure, la comunicazione efficace è fondamentale per raggiungere un pubblico ampio e diversificato. 

Utilizzare un linguaggio inclusivo non è solo una scelta etica o sociale, ma è uno strumento imprescindibile per rendere la conoscenza accessibile a tutti, indipendentemente da età, genere, background o disabilità.

Cos’è il linguaggio inclusivo?

Il linguaggio inclusivo si riferisce all’uso di parole e strutture linguistiche che rispettano e rappresentano equamente tutte le persone.

In ambito tecnologico, significa evitare termini che possano risultare escludenti o discriminatori e scegliere espressioni che promuovano l’accessibilità e la parità.

Ad esempio, preferire “utente finale” a “utente medio”, o “sistema multiutente” a “sistema master/slave” significa aderire a standard terminologici più rispettosi e moderni.

Perché è cruciale nella divulgazione tecnologica?

La tecnologia è, per definizione, uno strumento per il progresso umano. Ma se la comunicazione resta inaccessibile o escludente, parte dell’umanità viene lasciata indietro.

Utilizzare un linguaggio inclusivo permette di:

  • Ampliare il pubblico
  • Promuovere l’uguaglianza
  • Favorire l’accessibilità

Anche l’intelligenza artificiale oggi supporta questi obiettivi: esistono strumenti basati su AI capaci di suggerire alternative inclusive durante la scrittura, evidenziare termini ambigui o semplificare contenuti per i lettori.

7 strategie infallibili per scrivere in modo inclusivo nella divulgazione tech

Adottare un linguaggio inclusivo richiede attenzione e pratica: bisogna scegliere parole giuste.

Ecco 7 strategie concrete per chi lavora in ambito tech:

1. Semplifica il linguaggio
Evita un gergo eccessivamente tecnico e frasi complesse. “Backup dei dati” è più efficace di “procedura di archiviazione ridondante".

2. Utilizza termini neutri
Evita il genere maschile sovraesteso. “Team di progetto” funziona meglio di “sviluppatori”.

3. Evita stereotipi
Non dare per scontato il profilo dell’utente. Non tutti i tecnici sono uomini, non tutti gli utenti sono esperti.

4. Adatta i contenuti alle diverse abilità
Assicurati che i testi siano compatibili con lettori di schermo, evita l’uso eccessivo di emoji o formattazioni visive non leggibili.

5. Rivedi i tuoi contenuti
Fare una revisione mirata permette di identificare espressioni escludenti e di aggiornarle.

6. Fai test con un pubblico eterogeneo
Verifica come i contenuti vengono percepiti da persone con esperienze diverse.

7.Resta flessibile
Il linguaggio evolve. Seguire l’evoluzione dei termini e aggiornare periodicamente i contenuti è parte del processo.

Integrare queste soluzioni nel quotidiano significa rendere i contenuti più comprensibili, ma anche contribuire attivamente a un ecosistema digitale più inclusivo.

Inclusività in azione: strumenti e risorse per comunicare meglio

Per mettere in pratica queste strategie, esistono strumenti e risorse utili.
Eccone alcuni:

  • Linee guida ufficiali: come quelle di RAI, Università Bocconi, CNR o Luiss.
  • Tool per l’accessibilità: come WAVE o Axe, utili per testare compatibilità e leggibilità.
  • Glossari inclusivi: raccolte di termini aggiornati da usare in ambito educativo, tech e istituzionale.
  • Editor basati su AI: strumenti online come Grammarly, LanguageTool o Inclusive Talk suggeriscono modifiche inclusive e stilisticamente efficaci.

Affidarsi a questi strumenti consente di trasformare le buone intenzioni in pratiche concrete, facilitando un linguaggio inclusivo.

Il potere del linguaggio inclusivo? Creare fiducia

Usare un linguaggio inclusivo significa creare una connessione. 

Chi si sente rappresentato, ascoltato e riconosciuto è più propenso a interagire, contribuire e fidarsi.

Questo è particolarmente vero nel settore tech, dove il coinvolgimento della community è spesso la chiave per l’innovazione.

Una cultura tech si costruisce con le parole

Il linguaggio è la prima interfaccia tra persone e tecnologia. 

Se vogliamo che il digitale sia davvero uno spazio aperto, dobbiamo iniziare dalle parole: più chiare, più eque, più accessibili

La divulgazione tecnologica inclusiva non è solo politicamente corretta, è strategicamente intelligente: significa costruire una cultura più accogliente, dove chiunque possa sentirsi parte del cambiamento.

E questo, oggi più che mai, è un atto rivoluzionario.

Un linguaggio migliore per un digitale più accessibile

Adottare il linguaggio inclusivo nella divulgazione tecnologica, dunque, non è solo una questione di stile o di sensibilità: è una responsabilità concreta verso una società più equa e una tecnologia davvero universale. 

Ogni parola che scegliamo ha il potere di includere o escludere, di facilitare l’accesso o alzare barriere.

Per approfondire questi temi e restare aggiornati su come costruire un futuro digitale più consapevole e aperto, visita la nostra rivista: uno spazio di riflessione e confronto per chi vuole davvero fare la differenza.