Proteggersi è per tutti: come parlare di sicurezza informatica senza parole difficili

sicurezza informatica
Vito Domenico Amodio

Vito Domenico Amodio

Startup e Impresa
4 min. di lettura

Parlare di sicurezza informatica può sembrare facile: dopotutto, si tratta di proteggere dati, persone e aziende. 

Basta pronunciare tre acronimi di fila, come SOC, SIEM, MFA, e i nostri interlocutori ci guardano sentendosi esclusi dalla conversazione.

Eppure, mai come oggi è fondamentale comunicare in modo chiaro e diretto quando si parla di protezione digitale. Non solo con gli addetti ai lavori, ma anche con chi la sicurezza la vive da spettatore passivo. O peggio: la ignora.

E se trovassimo un modo per renderla accessibile a tutti? In questo articolo vedremo perché è difficile parlarne, a chi serve davvero questa comunicazione e come renderla più efficace.

Sicurezza informatica: il falso mito della “roba da tecnici”

Troppo spesso la sicurezza informatica viene percepita come una questione che riguarda solo il reparto IT. La realtà, però, è molto diversa.

Questo stereotipo ha fatto danni: ha allontanato manager, commerciali, amministrativi e persino CEO da un tema che dovrebbe invece riguardarli molto da vicino.

Oggi un errore umano, come un clic su un link sbagliato, una password debole, può aprire la porta a incidenti gravi. E quel clic, va detto, difficilmente lo farà il team tecnico.

Questo equivoco nasce dal modo in cui comunichiamo la materia: nel tentativo legittimo di essere precisi e rigorosi, il settore ha costruito un linguaggio a sé, fatto di sigle, tecnicismi e concetti astratti. 

Il risultato? Una comunicazione poco efficace verso chi dovrebbe esserne il primo destinatario.

Tutti coinvolti: perché la sicurezza informatica riguarda ogni reparto

Non è solo una questione di “formazione al personale”: la sicurezza riguarda tutti i livelli di un’organizzazione: dal reparto marketing al magazzino, dal customer care alla direzione generale.

Chiunque utilizzi dati, strumenti digitali o acceda alla rete aziendale è parte attiva, volente o nolente, nella protezione dell’organizzazione. 

Ogni giorno si usano password, si aprono email, si cliccano link: azioni semplici che possono diventare punti di ingresso per un attacco o, se affrontate con la giusta consapevolezza, strumenti di difesa efficaci.

In un ecosistema sempre più connesso, ogni anello della catena conta. E non serve essere esperti per comprendere i rischi informatici: serve un’informazione chiara, coerente e orientata all’azione.

Sicurezza informatica efficace? Inizia da come ne parli

Comunicare bene la sicurezza informatica non significa banalizzarla, ma renderla accessibile.

La chiave non è ridurre la complessità, ma renderla comprensibile. Ecco alcuni consigli operativi:

  • Spiega gli acronimi: termini tecnici possono essere familiari agli specialisti, ma per altri possono risultare incomprensibili. È utile fornire subito una spiegazione semplice, senza dare nulla per scontato;
  • Usa esempi concreti: evita discorsi troppo generici o teorici. “Proteggere i dati aziendali” è un concetto astratto, “impedire che un hacker blocchi il gestionale per giorni” è molto più chiaro e immediato;
  • Ricorri a metafore efficaci: Paragonare un backup a una copia di sicurezza, dicendo “come quando fai la fotocopia di un documento importante”, può aiutare a rendere visibile un rischio che altrimenti resta teorico;
  • Adotta un tono equilibrato: evita allarmismi inutili e toni eccessivamente formali. È importante trasmettere l’urgenza e la serietà del tema, ma possiamo parlarne  con semplicità e buon senso.

L’obiettivo è coinvolgere, non confondere: solo così la sicurezza può diventare una responsabilità condivisa, non un argomento per pochi.

Dalla teoria alla pratica: strumenti utili per una comunicazione che funziona

Una comunicazione efficace sulla sicurezza si basa anche sugli strumenti giusti. Esistono strumenti e canali per renderla più efficace e coinvolgente.

Eccone alcuni:

  • Video brevi ed esplicativi, perfetti per spiegare concetti complessi in modo visivo e coinvolgente;
  • Infografiche, ottime per sintetizzare processi o buone pratiche, facilmente condivisibili e memorizzabili;
  • Newsletter interne, con consigli pratici, possono aiutare a mantenere vivo l’interesse e la consapevolezza nel tempo;
  • Formazione interattiva, l’apprendimento funziona meglio quando è partecipativo. E qualche stimolo ludico, se ben dosato, aiuta anche a fissare i concetti.

Lo scopo è creare un dialogo costante, non un messaggio una tantum: solo così la cultura della sicurezza può radicarsi davvero.

Comunicare sicurezza è un dovere, non un’opzione

La sicurezza informatica è una responsabilità condivisa, che si costruisce giorno dopo giorno, anche attraverso una comunicazione chiara, semplice e adatta al pubblico.

Può sembrare una sfida parlare di protezione digitale senza perdersi in tecnicismi, ma con un po’ di attenzione al linguaggio e alle persone che ci stanno ascoltando, è possibile

Vuoi scoprire di più e restare aggiornato su tutto ciò che riguarda cyber awareness, tecnologie e molto altro? Visita la nostra rivista online: troverai articoli periodici pensati per offrire spunti concreti, aggiornamenti e approfondimenti utili per chi vuole rimanere al passo.