Perché ChatGPT sbaglia: come riconoscere e correggere le allucinazioni dell’intelligenza artificiale

Perché ChatGPT sbaglia come riconoscere e correggere le allucinazioni dell’intelligenza artificiale
Vito Domenico Amodio

Vito Domenico Amodio

Startup e Impresa
4 min. di lettura

Nel linguaggio dell’intelligenza artificiale, il termine allucinazioni non ha nulla a che vedere con la psiche umana, ma descrive un fenomeno tecnico tanto diffuso quanto complesso. 

Si parla infatti di allucinazioni dell’intelligenza artificiale quando un modello genera risposte errate, inventate o prive di fondamento reale, pur mantenendo una forma linguistica coerente e convincente. 

Un comportamento che può compromettere l’affidabilità di strumenti come ChatGPT, Gemini o Claude, e che solleva interrogativi cruciali sull’uso professionale dell’AI nei contesti aziendali.

Cosa sono le allucinazioni dell’intelligenza artificiale

Per comprendere perché ChatGPT sbaglia, è necessario partire dal funzionamento dei modelli linguistici di grandi dimensioni, i cosiddetti Large Language Models (LLM)

Questi sistemi non “ragionano” nel senso umano del termine. Si basano su una rete neurale addestrata su enormi quantità di testo, imparando a prevedere la parola successiva più probabile in una frase.

Le allucinazioni dell’intelligenza artificiale si verificano quando il modello combina frammenti di conoscenza in modo scorretto, generando informazioni che non corrispondono ai dati reali. 

In pratica, l’AI non mente: semplicemente non sa di sbagliare, perché il suo obiettivo è la coerenza linguistica, non la veridicità.

Ecco perché può citare fonti inesistenti, inventare dati, o descrivere eventi mai accaduti. Il fenomeno non dipende solo dalla qualità dell’addestramento, ma anche dal prompt e dal contesto in cui viene usata.

Perché ChatGPT e altri modelli allucinano

Le cause principali delle allucinazioni si possono ricondurre a quattro fattori:

  1. Dati di addestramento incompleti o imprecisi.
    Anche se i dataset su cui vengono addestrati gli LLM sono vastissimi, contengono errori, contraddizioni e bias. Se l’informazione non è presente o è sbagliata, il modello la “ricostruisce” artificialmente. 
  2. Assenza di un collegamento con la realtà.
    I modelli linguistici non hanno accesso diretto a un database verificabile o a internet (se non tramite funzioni dedicate). Ciò li porta a generare contenuti plausibili, ma non necessariamente veri. 
  3. Overconfidence del modello.
    ChatGPT tende a formulare risposte con sicurezza anche quando non dispone di dati sufficienti, perché la coerenza stilistica è premiata dal training. 
  4. Prompt ambigui o eccessivamente aperti.
    Quando la richiesta è poco specifica, l’AI “riempie i vuoti” inventando elementi per completare la risposta.

Riconoscere un’allucinazione dell’intelligenza artificiale

Nel contesto B2B, riconoscere un’allucinazione dell’intelligenza artificiale è fondamentale per evitare danni reputazionali, errori di processo o disinformazione. Alcuni segnali tipici includono:

  • Citazioni non verificabili: l’AI menziona studi o fonti che non esistono. 
  • Dati troppo specifici ma senza riferimento: percentuali, numeri o date inventate. 
  • Contraddizioni interne: risposte che cambiano se la domanda viene ripetuta. 
  • Risposte perfettamente fluide ma prive di logica fattuale.

Le aziende che integrano l’AI nei propri flussi operativi dovrebbero adottare procedure di controllo interno, verificando sempre le informazioni prodotte da modelli generativi prima della pubblicazione o dell’uso in reportistica.

Come ridurre o correggere le allucinazioni

Non esiste ancora un modo per eliminarle del tutto, ma è possibile ridurre significativamente il rischio di allucinazioni dell’intelligenza artificiale attraverso alcune pratiche consolidate:

  • Prompt engineering avanzato.
    Fornire istruzioni precise, delimitare il contesto e chiedere riferimenti verificabili.
    Esempio: “Cita solo studi pubblicati dopo il 2020 con link verificabili.” 
  • Integrazione con fonti esterne.
    Alcuni modelli (come ChatGPT con accesso web o strumenti RAG – Retrieval-Augmented Generation) possono attingere a database aggiornati, riducendo l’invenzione di dati. 
  • Addestramento su dati proprietari.
    Le aziende possono creare versioni custom di LLM addestrate su contenuti certificati e interni, garantendo maggiore coerenza e affidabilità. 
  • Verifica automatica post-generazione.
    Sistemi di fact-checking automatizzato e validazione semantica possono confrontare le risposte AI con fonti attendibili.

Il futuro della veridicità nell’AI

La sfida principale oggi non è rendere i modelli più “intelligenti”, ma più responsabili.

L’industria dell’intelligenza artificiale sta lavorando su soluzioni per la verificabilità delle informazioni, come watermark semantici, tracciamento delle fonti e integrazione di motori di ricerca interni ai modelli.

Nel frattempo, la responsabilità ricade sugli utenti e sulle aziende: comprendere cosa sono le allucinazioni dell’intelligenza artificiale e imparare a gestirle è la chiave per un uso etico e professionale di strumenti come ChatGPT.

Conclusione

L’allucinazione intelligenza artificiale è il rovescio della medaglia di una tecnologia straordinaria. Riconoscerla non significa diffidare dell’AI, ma usarla con consapevolezza, adottando un approccio tecnico e critico.

Nel mondo B2B, dove precisione e affidabilità sono fondamentali, saper distinguere tra contenuto generato e contenuto verificato è la competenza digitale del futuro.

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