Un’occasione storica di modernizzazione
Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’Italia ha voluto imprimere una svolta significativa nella digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni (PA). Tra le sue priorità, inserite nella Missione “Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA” (M1C1) , spicca la migrazione al cloud di infrastrutture, applicativi e servizi.
Per le PA centrali, in particolare, è stata prevista la misura 1.1 “Infrastrutture digitali”, che mette a disposizione 900 milioni di euro per spostare i sistemi informativi dai data center tradizionali verso infrastrutture cloud più sicure e moderne.
Il perno strategico
Il fulcro della migrazione è il PSN: un’infrastruttura cloud “sovrana”, interamente nazionale, pensata per ospitare dati e servizi delle amministrazioni pubbliche, con elevati standard di sicurezza, resilienza e conformità normativa.
La Strategia Cloud Italia, elaborata dal Dipartimento per la trasformazione digitale (DTD) in collaborazione con l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), indica le linee guida per la transizione, che sono:
- classificazione dei dati e servizi,
- qualificazione dei fornitori cloud,
- scelta consapevole del tipo di cloud (pubblico qualificato, privato, ibrido) in funzione della sensibilità delle informazioni.
In particolare:
- I dati “strategici” come ad esempio i servizi critici per lo Stato, devono essere ospitati su cloud con maggior isolamento, come Private o Hybrid Cloud.
- I dati “critici” o “ordinari” possono invece andare su cloud pubblici qualificati o ibridi, secondo la classificazione e i requisiti di sicurezza.
Questo approccio mira a garantire autonomia, sovranità digitale e sicurezza, riducendo i rischi connessi all’affidamento a infrastrutture extra-UE.
Le modalità di accesso ai fondi
Per accedere ai finanziamenti per la migrazione al cloud, le PA centrali devono:
- verificare se rientrano tra gli enti ammessi: il bando 1.1 indica 165 amministrazioni centrali ammissibili (divise in “elenco A” e “elenco B”).
- presentare la domanda attraverso la piattaforma PA digitale 2026, seguendo le istruzioni previste dall’avviso.
- predisporre un piano di migrazione: identificare server fisici e macchine virtuali da trasferire, in particolare quelle non già migrati su cloud conforme allo standard AGID al 28 febbraio 2023.
In alcuni casi, l’ammontare del finanziamento può essere modulato in base alle dimensioni dell’ente e alla tipologia di infrastrutture da migrare, con eventuale ricorso al regime “De Minimis” valido per gli enti che richiedono aiuti di Stato.
I vantaggi per le PA centrali
Adottare il cloud attraverso PSN e con il supporto del PNRR comporta benefici concreti:
- Sicurezza e conformità: infrastrutture in data-center nazionali, gestite secondo standard rigorosi, proteggono i dati sensibili e assicurano la sovranità digitale.
- Efficienza e risparmio: la migrazione consente la dismissione di data-center obsoleti, con risparmi gestionali che possono essere reinvestiti in nuovi servizi digitali.
- Scalabilità e flessibilità: infrastrutture cloud permettono di adattare rapidamente capacità e risorse in base alle esigenze, evitando sprechi e sovradimensionamenti.
- Sostenibilità: riduzione dell’impatto energetico grazie all’efficienza dei data center, in linea con gli obiettivi ambientali del PNRR.
- Innovazione e modernizzazione dei servizi: con infrastrutture cloud si facilita l’erogazione di servizi digitali avanzati per cittadini, imprese e aziende sanitarie.
Quali criticità considerare
Il processo di migrazione non è banale: richiede un’attenta classificazione dei dati e servizi, per stabilire quali possono transitare su cloud pubblico, quali su cloud ibrido o privato.
Serve inoltre una buona capacità di project management interno, e spesso competenze specifiche in ambito IT e cybersecurity: non tutte le PA le hanno già in house.
Bisogna essere pronti a gestire cambio di governance, formazione del personale, e revisione delle procedure, così da trarre pieno vantaggio dall’investimento.
Verso il 2026 e oltre: opportunità e responsabilità
Il target indicato dalla Strategia Cloud Italia è ambizioso: entro il 2026, almeno il 75% delle PA italiane, centrali e locali, dovrebbe aver migrato ad architetture cloud.
Per le PA ancora ferme, oggi c’è la possibilità concreta di recuperare terreno: il bando 1.1 è attivo, i fondi sono disponibili, e la piattaforma per candidarsi è online.
Ma più ancora, si tratta di una scelta strategica per il futuro. Migrare al cloud non è solo un aggiornamento tecnologico, è scommettere su una pubblica amministrazione più efficiente, resiliente, agile, insomma, all’altezza delle sfide dei prossimi anni.
La migrazione al cloud mediante il PNRR rappresenta per le PA centrali italiane un’opportunità reale di modernizzazione. Chi sceglie di aderire oggi non fa solo un restyling tecnologico, ma costruisce le basi per una PA digitale per cittadini e imprese.
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